Il vissuto dei figli quando i genitori sono in una relazione violenta, spazio per la mediazione
Abstract
La violenza intra-familiare è un fenomeno che per molto tempo è rimasto un “affare privato”. Tutt’ora, il perdurare di alcuni atteggiamenti socio-culturali fa sì che la violenza domestica non venga sempre denunciata. All’interno delle forme di abuso tra adulti troviamo un’altra forma di violenza indiretta, più sottile e non fisica: la violenza assistita.
I figli testimoni di violenza possono riportare degli effetti dannosi a breve e lungo termine. Vivere in un contesto violento impatta sullo sviluppo psico-affettivo, incidendo fortemente sui legami di attaccamento. Il minore vive con il costante timore che l’episodio violento possa scatenarsi, teme per l’incolumità fisica della vittima, fino a farsene carico, secondo un processo di adultizzazione e di inversione dei ruoli.
Il presente contributo nasce da queste riflessioni e dalla forte esigenza di trovare uno spazio per dar voce ai figli, vittime trasparenti a cui non viene data l’opportunità di essere ascoltati, a quegli adulti che si ritrovano a convivere con le conseguenze del rapporto malato tra i loro genitori e che devono fare i conti con i sentimenti per i loro cari. Ci si chiede, infine, quale sia l’eventuale spazio per la mediazione dei conflitti.
Domestic violence has long remained a “private business” phenomenon. However, the persistence of some socio-cultural attitudes affirms that domestic violence is not always reported even today. Within all forms of adult abuse and violence, childhood exposure to violence is indirect, more subtle and non-physical.
Children exposed to violence can report detrimental effects in the short and long term. Living in a violent environment has an impact on psycho-affective development, strongly influencing the bonds of attachment. The child lives constantly fearing that episodes of violence could break out, he/she is worried about the victim’s physical safety to the point of taking charge of it, according to a process of adultization and roles reversal.
This contribution stems from these reflections and from the strong need to give voice to these children, who are transparent victims who is not given the opportunity to be heard. The autor wants to give attention to those adults who are living with the consequences of the violent relationship between their parents, and who have to deal with sick feelings for their loved ones. Finally, the question is what is the possible space for conflict mediation.
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